giovedì 15 maggio 2014

Manga - Ken il guerriero

Siamo alla fine del XX secolo. Il mondo intero è sconvolto dalle esplosioni atomiche. Sulla faccia della terra, gli oceani erano scomparsi e le pianure avevano l'aspetto di desolati deserti. Tuttavia, la razza umana era sopravvissuta.

E' questo il proemio narrato da una voce fuori campo, che i giovani ripetevano come un mantra all'inizio di ogni puntata nella sua versione animata e che funge da prefezione, dipingendo il cupo scenario, agghiacciante ed apocalittico, in cui si ambienta il manga probabilmente più rappresentativo degli anni 80 e 90.
In molti l'avrete già capito.. ma per i pochi che non avessero familiarità con la saga, stiamo parlando di Ken il guerriero.
Hokuto no Ken” (titolo originale dell'opera), venne pubblicato per la prima volta nel 1983 sulle pagine della rivista Shonen Jump della rivista Shueisha, nel corso di 27 volumi.
Ideato dallo sceneggiatore Buroson (pseudonimo di Yoshiyuki Okamura) e disegnato dal talentuoso Tetsuo Hara che ne ha curato l'aspetto grafico, il fumetto narra delle epiche battaglie combattute da Kenshiro, il 64° giovane successore della Divina Scuola di Hokuto.
In un mondo sconvolto dall'olocausto nucleare che ha sterminato buona parte dell'umanità, i pochi superstiti sopravvissuti alla tragedia, si raggruppano in piccole agglomerazioni urbane, accampandonsi nei deserti o tra le macerie di vecchi edifici ormai distrutti, vivendo costantemente sotto l'assedio di predoni che saccheggiano e distruggono tutto ciò che incontrano.
In questo quadro spaventoso e catastrofista, in cui la vita sembra non ha più valore ed è sottomessa alla legge del più forte, si muove Ken, che vagando tra i resti di città spettrali cerca di ricongiungersi all'amata Julia, la fidanzata rapita da Shin, un'esponente dell'avversa Sacra Scuola di Nanto, che innamorato follemente della donna, non esita a sottrarla al ragazzo con la forza dopo averlo sconfitto in combattimento ed avergli squarciato il petto con 7 cicatrici a forma di orsa maggiore, per le quali Ken sarà riconosciuto di lì in poi come l'uomo dalle sette stelle.
A frapporsi fra lui e Julia, oltre a Shin, si metteranno lungo la sua strada numerosissimi nemici che impegneranno Ken in sanguinarie battaglie nelle quali il nostro eroe riuscirà sempre a primeggiare grazie all'arte marziale di cui è maestro: l'Hokuto Shinken, un'antica disciplina vecchia di 2000 anni che, ispirata vagamente ai precetti dell'agopuntura, permette a colui il quale è in grado di padroneggiarla di convogliare l'energia del suo praticante su appositi punti di pressione dell'avversario (detti “tsubo”), causandone l'esplosione.
A praticare l'Hokuto Shinken non vi è però solo Ken, ma anche i suoi fratelli acquisiti, anch'essi allievi della Divina Scuola di Hokuto.
Fra questi, spicca la figura di Ràul, il vero antagonista durante tutta la prima serie, il quale dopo aver ucciso il Gran Maestro Ryuken (reo di aver designato Ken quale erede dei segreti della millenaria disciplina), ed essersi autoproclamato Re di Hokuto, arso da una sete di potere senza precedenti, ambisce a dominare il mondo.
Smanioso di prendere il posto di Ken come unico successore della Divina Scuola e di cancellare il suo ricordo dal cuore di Julia, della quale in seguito diviene carceriere al posto di Shin e di cui anche lui è segretamente innamorato, Ràul sguinzaglia contro Ken orde di temibili mercenari che l'uomo dalle sette stelle non esita ad abbattere con la sua invincibile tecnica, che unita straordinaria velocità di esecuzione temprata da anni di duro allenamento, gli consente di sferrare un incredibile raffica di colpi (tecnica dei 100 colpi di Hokuto) e farsi strada fino all'epico scontro finale.
Lungo l'evolversi della storia, la figura di Ken cambia: pur mantenendosi sempre un personaggio schivo, taciturno e forse addirittura introverso, il protagonista, cresciuto tra le privazioni affettive, col tempo scopre i valori dell'amicizia e della solidarietà che lo legano ai compagni di viaggio che gli si affincheranno nel suo incedere (la piccola Lynn, lo scanzonato Bart, la dolce Mamiya ed il coraggioso Rei), e che gli permetteranno di comprendere meglio quale sia il suo destino e la vera natura della sua missione: incarnare il messia invocato da tutti come il salvatore del nuovo secolo e riportare la pace in un mondo dilaniato dal caos.
Anche graficamente si può assistere ad un evoluzione del personaggio, che da un'evidente somiglianza con Bruce Lee a cui è chiaramente ispirato, assume in seguito tratti occidentali che lo rendono più simile a Sylvester Stallone.
Non è probabilmente un caso, se proprio l'attore americano ha recentemente dichiarato con vivo rammarico di essere venuto tardi conoscenza del fumetto, e che se non fosse ormai troppo vecchio per farlo, riconoscendosi nel suo protagonista, avrebbe avuto il piacere di interpretarlo in una rappresentazione cinematografica, magari con al fianco l'amico Arnold Schwarzeneggher nei panni di Ràul.
Che sia una boutade detta per accattivarsi le miglia di fan del manga o meno, a noi non è dato saperlo.
Ciò che invece è certo è che il fumetto meriterebbe una trasposizione migliore di quella americana datata 1995, che non è certo passata alla storia per la qualità della pellicola.
Se lo auspicano i fan, desiderosi di vedere finalmente un prodotto che renda giustizia ad un fenomeno di portata mondiale; gli amanti del cinema, che farebbero volentieri a meno dell'ennesimo scarso rifacimento ad un fumetto dalle mire puramente commerciali; e ce lo auguriamo anche noi, ragazzini degli anni che furono, che in Ken rivedevano l'archetipo dell'eroe buono, solo contro tutti, ed in continua lotta contro il male, e che hanno trascorso l'infanzia ad immedesimarvisi cercando di emularne le mosse, magari coinvolgendo nel gioco fratelli o sorelle più o meno consenzienti urlando a squarciagola il suo celeberrimo ed indimenticato grido di battaglia “atatatatatatata”.
Un fumetto storico che entra a pieno diritto nella top ten dei migliori manga che siano mai stati realizzati.



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